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«Una pastorale familiare... secondo il sogno di Dio»

Di Alberto Delli Veneri

(Seminarista V Anno).

La XXI Settimana Nazionale di Studi sulla spiritualità coniugale e familiare.



“Gaudete et exsultate nell’Amoris laetitia: vie di santità coniugale e familiare”. È questo il tema della XXI Settimana Nazionale di Studi sulla spiritualità coniugale e familiare che si è svolto ad Assisi dal 25 al 28 aprile 2019. Il convegno, che ha visto la partecipazione di circa 500 persone tra famiglie, sacerdoti, religiosi e seminaristi provenienti dalle varie diocesi italiane, è stato organizzato dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei.

Il Seminario, nella figura dell’equipe educativa, ritenendo l’evento come occasione importante di formazione, ha proposto a me e a Samuè Cripezzi di parteciparvi, per ascoltare quelle che sono le sfide attuali in un mondo così impregnato di individualismo e per “allenarsi su nuove frontiere della pastorale familiare e trovare la formula per tentare di riportare ossigeno nelle proprie chiese locali”.

Aprono i lavori, don Paolo Gentili con Pierluigi e Gabriella Proietti, rispettivamente direttore e coppia di sposi collaboratori dell’Ufficio Cei, con queste parole: «L’Ufficio nazionale sarebbe un fantasma se non fosse fatto da tanti cuori sparsi sul territorio che sono i veri animatori della cura della Chiesa italiana per la famiglia. Siete il volto della Chiesa che ci commuove».

Sono tanti i relatori che hanno accompagnato la quattro giorni del convegno, con al centro dibattiti, workshop orientati, come da una bussola, dalle due esortazioni apostoliche di Papa Francesco: la Gaudete et exultate, sulla chiamata alla santità, e l’Amoris laetitia, sull’amore nella famiglia: don Andrea Manto, responsabile pastorale familiare diocesi di Roma e vice preside dell’Istituto Ecclesia Mater (Pul); Mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione Episcopale per la Famiglia, i giovani e la vita, che ha presieduto la veglia con adorazione, animata da una coppia di sposi, della prima sera. Gianni Valente, giornalista di Vatican Insider è intervenuto sul tema: «La santità della porta accanto» (GE 7). Ha presentato la

famiglia come luogo in cui si compiono le sette opere di misericordia corporale e le opere spirituali quali consigliare, pregare, indirizzare, sopportare.

Partendo dalla citazione di Joseph Ratzinger “la pazienza è la forma ordinaria dell’amore”, ha sottolineato come la pazienza è l’esercizio dell’amore in cui chi ci sta accanto ci stimola a diventare persone migliori, a metterci in discussione, ad uscire da noi stessi, a crescere nella capacità di amare. Amandosi e sostenendosi in maniera vicendevole, si resiste più facilmente alle avversità della vita. Mons. Marco Frisina, biblista e rettore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma, ha tenuto una lectio divina sul tema “Il Signore ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di una esistenza mediocre”, (GE 1): “Prendete dunque l’armatura di Dio […]” (Ef 6, 10-18). Don Marco, attraverso le parole di Paolo agli Efesini, ha invitato l’uditorio a prendere il dono dell’armatura di Cristo, perché vivere la vita cristiana richiede allenamento, lotta, voglia di vincere. Il rimedio è rappresentato dalla pazienza, dalla capacità di sottomettersi gli uni agli altri, supportandosi vicendevolmente per reggere le situazioni che appesantiscono la vita, dalla possibilità di donare un sorriso capace di diradare le giornate più buie e dare nuovo significato alle relazioni interpersonali. Questa lotta fatta di pazienza, perseveranza, preghiera salva la coppia, recupera la relazione interrotta. Basta porsi con umiltà e lasciare che lo Spirito irrompa nella nostra persona e nella coppia. Particolarmente sentito è stato l’intervento del Card. Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità Papa Francesco per la diocesi di Roma, il quale ha messo in parallelo la vita di coppia con il Triduo Pasquale, il mistero della croce, passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù. Mostrando prima di tutto la tenerezza del ‘pastore’, ha indicato come via il tornare all’essenziale, al costruire una spiritualità familiare fatta da pochi gesti concreti come il segno di croce, il dialogo a tavola, che si è ormai perso a causa dei cellulari, la riscoperta della domenica come festa d’insieme. Ezio Bolis, docente di teologia spirituale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, parlando del tema: Amoris laetitia e Gaudete et exsultate, nel solco di Lumen Gentium, ha sottolineato una certa lentezza da parte delle comunità nel recepire i vari documenti magisteriali.

Nel suo intervento finale, don Paolo Gentili ha evidenziato i tre punti che hanno toccato tutti i relatori:

- La santità della porta accanto. La santità è qualcosa di familiare, fatta di piccoli gesti

concreti, quotidiani, come il saper rinunciare a qualcosa per amore di chi mi sta accanto. La spiritualità della coppia non è qualcosa di intimistico e disincarnato dalla realtà, ma atteggiamento in grado di mettersi all’opera.

- La preghiera in famiglia come via di santificazione. È la bombola d’ossigeno che un sub

indossa per poter respirare sott’acqua. Senza ossigeno non c’è vita.

- Maggior formazione per aiutare le coppie in difficoltà, attraverso la formazione di specialisti in grado di accompagnare queste realtà familiari.

Non si fa famiglia da soli, bisogna aiutarsi l’uno con l’altro.

La strada da continuare a seguire è quella che già viene proposta, ovvero un corso d’alta formazione, con un approccio veramente multidisciplinare.

Non sono mancati momenti di allegria, soprattutto durante la condivisione dei pasti, come occasione per conoscere altre realtà diverse dalle nostre fatte di persone, di volti, di speranza e di gioia nel vivere la propria vocazione matrimoniale. Così come è stata anche una piacevole occasione per ritornare sui luoghi che hanno segnato la vita del poverello di Assisi.

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