Trasgressivo come la Castità
- Redazione Signum
- 4 dic 2017
- Tempo di lettura: 2 min
di Ginoemanuele Ciminelli (seminarista V anno
e Salvatore Sabia (seminarista III anno).
Forum "Wahou" sulla Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo II: tre seminaristi tra un centinaio di coppie a parlare di sesso, corpo e amore
C’è forse cosa più sconcertante che trovare cento coppie tra sposi e fidanzati che parlano allegramente e con convinzione di teologia e vita affettiva, di sesso e di castità? Per noi lo è stato senz’altro e lo abbiamo avvertito appena siamo entrati nella sala conferenze della Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli in Assisi il 04 e il 05 novembre del 2017 per partecipare al Forum “Wahou”, organizzato dal progetto “Mistero Grande” fondato da don Renzo Bonetti.

Due giorni in cui è stata esposta sinteticamente, anche attraverso testimonianze di coppie di sposi, ma soprattutto attraverso la condivisione, la celebre – seppure ancora eccessivamente ignorata – Teologia del Corpo del Santo Giovanni Paolo II, una vera “bomba teologica ad orologeria” come la definiva il suo biografo americano. Eravamo tre seminaristi incuriositi dalla tematica e desiderosi di partecipare ad un convegno, ma arrivati lì ci siamo ritrovati in un’assemblea di uomini e donne, di varie età ed estrazione sociale, che avevano in comune solamente la relazione col Signore Gesù e la gioia di poter vivere la loro affettività non per il possesso ma per l’amore.
In questo contesto, parole che sanno ormai troppo di “ecclesialese” e ben poco di storia vissuta, come creazione dell’uomo e della donna, peccato originale, salvezza ed eternità, sono diventate perle capaci di stupire e di aprire nuove letture su di sé, squarci di cielo su una dimensione della nostra persona che troppo spesso riteniamo un peso e un ostacolo alla nostra vera realizzazione: il nostro corpo.
Siamo fatti di carne, siamo “difettosi” e non riusciamo mai a conservare nel tempo la felicità di qualche momento: e se tutto questo non fosse affatto un problema da risolvere, ma un mistero da vivere e da cui farci stupire?
Cambiare lo sguardo su di sé per assumere quello di Dio, su di sé e sul proprio corpo: questo è stato l’obiettivo del Santo Papa Giovanni Paolo II nel formulare questa teologia che, al vedere l’entusiasmo delle giovani coppie che abbiamo conosciuto e che hanno partecipato con noi a questo forum, ha davvero molto da dire agli uomini di oggi.
La Teologia del Corpo può essere oggi la risposta ai tanti “perché non risposti” sulla vita affettiva e sessuale che la Chiesa da sempre ha proposto e che hanno urgenza di essere annunciati. Auguriamo a tutti di vivere una sessualità casta, di smettere di cercare il corpo dell’altro solo per il possesso e la sete di godimento! Auguriamo a tutti un’affettività intensa e disinteressata, che fa di se stessi un dono per l’altro e non l’altro come una preda! Auguriamo a tutti di avere un nuovo sguardo sul proprio corpo, quello di Dio, quello del Signore Gesù che con la sua carne ci salva! Perché – parafrasando Costanza Miriano – niente è più controcorrente dell’obbedienza, niente è più trasgressivo della castità.
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